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zubi

Portò anche me, senza tranelli notturni, in un bel mattino di giugno, dietro la sua casa, dove dimorava "l'installazione Zubi", come chiamava lei le sue sette casse acustiche appollaiate sui rami dei castagni e sull'unico ciliegio selvatico, aveva ben nascosto e sistemato i cavi che portavano il suono fin lì, tanto che le casse potevano essere scambiate facilmente come dimore per gli uccelli.

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Riproduceva spesso suoni d'acqua che aveva lei stessa registrato sulle rive del ruscello sottostante, per dare frescura, diceva, o quando arrivava un temporale convogliava il suono del tuono che aveva precedentemente registrato per far capire alle piante di non aver paura.. loro stesse erano il tuono.

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